Monitoraggio Nazionale del Lupo, coordinamento ISPRA

In collaborazione con A.Ri.F. Associazione Rilevatori Faunisti ODV e ST.E.R.N.A. abbiamo partecipato al Monitoraggio Nazionale del Lupo.

Dati che abbiamo raccolto: https://segreteriaarif.wixsite.com/arif/monitoraggio-lupo-ispra

Il lupo crescerà in individui solo fintantoché l’ambiente lo permetterà.

-RISULTATI DEL MONITORAGGIO

-Cella 1751 (Riminese)

-Cella 1386 (Forlivese)

Dai nostri dati si può notare come l’indice di cattura per il lupo differisca leggermente tra la cella del Riminese a quella del Forlivese, rispettivamente 1,02 rispetto a 0,75. La cella del Riminese presenta un indice di presenza di passaggi di lupo più alto. Contemporaneamente possiamo notare anche che l’indice di cattura delle due specie preda principali del lupo presenta lo stesso tipo di variazione, maggiori passaggi della specie nella cella del Riminese. Cinghiale: 2,86 rispetto a 0,88 e capriolo: 1,47 rispetto a 0,78.

Questo ci porta a confermare, come si può notare da diversi studi, che la presenza del lupo è fortemente correlata alla presenza delle sue principali specie preda che nel nostro caso sono il cinghiale e il capriolo.

Per approfondire:

https://wolf.org/wolf-info/factsvsfiction/do-wolves-control-their-own-numbers/

https://nywolf.org/2019/01/wolves-naturally-limit-their-own-numbers/#:~:text=As%20apex%20predators%20wolves%20keep,apex%20predators%E2%80%9D%20from%20the%20rest

Foto di Eugenio Cavallari

Monitoraggio daino (Dama dama Linnaeus, 1758)

Inquadramento sistematico
Superordine: Ungulata
Ordine: Artiodactyla
Sottordine: Ruminantia
Famiglia: Cervidae
Sottofamiglia: Cervinae
Genere: Dama
Specie: Dama dama Linnaeus, 1758

Il genere Dama è suddiviso in 2 taxa corrispondenti alla popolazione europea e a quella mesopotamica o persiana; alcuni Autori considerano tali taxa 2 specie distinte: Dama dama e Dama mesopotamica (Brooke, 1875), altri le classificano invece come due sottospecie (D. d. dama e D. d. mesopotamica); altri ancora hanno considerato che le differenze con il Genere Cervus (Linnaeus, 1758) non meriterebbero l’attribuzione delle 2 forme ad un Genere diverso.   

Monitoraggio con video/foto trappole: distribuzioni di frequenza di rilevamento degli orari di passaggio delle varie specie

Abbiamo ottenuto i dati da 925 record di passaggi di specie, di cui 170 nel 2016 da aprile a maggio (notti/trappola 86) e 755 nel 2018 da aprile a luglio (notti/trappola 288) . Nella galleria sottostante potete vedere il grafico degli orari di passaggio per ogni specie rilevata.

Monitoraggio con video/foto trappole: area indagata e risultati

L’area che abbiamo indagato fa parte della bassa collina forlivese, circa 10 km in linea d’aria da Forlì con altitudine compresa tra i 100 e 400 metri s.l.m.
Sono state posizionate 6 video/foto trappole da aprile a luglio 2018.

Tasso di cattura per unità di sforzo (Catch per unit effort – Cpue) Cpue = C/X

Per ogni specie rilevata, dove con C si intende il Tasso di cattura fotografica/video (Photographic capture rate) definito come la somma del numero di fotografie/video valide per ciascuna specie scattate dalla fototrappola, e con X lo Sforzo di campionamento totale (Total sampling effort) definito come la somma di tutti i periodi (notti-trappola) durante i quali la fototrappola è rimasta operativa (Watts et al, 2008).

Elenco delle FT posizionate
CU2Sforzo di
campionamento
totale (X)
Tasso di cattura
teriofauna (C)
Tasso di cattura
elementi antropici
Indice di cattura
per unità di sforzo
teriofauna (Cpue)
Indice di cattura
per unità di sforzo
elementi antropici
Note
FT166.759221.380.03laghetto
FT239.84108292.710.73piazzale
FT366.6243006.450incrocio
FT458.526071.020.12pantano
FT528.3439401.381.41villa Zanetti
FT628.372660.920.21casa Martina

Monitoraggio con video/foto trappole: metodi

I video scaricati dalle foto-video-trappole (FVT) vengono visionati uno ad uno, si eliminano i video vuoti e si rinominano i video utili con il nome della specie rilevata. Per mantenere inalterata la cronologia dei video nella cartella si mantiene il nome che viene dato di default dalla FVT.

Il database di raccolta dei dati l’ho implementato nel programma Microsoft Access, comprensivo di due tabelle principali:

I grandi mammiferi selvatici della provincia di Forlì-Cesena

Ciclo di tre conferenze che si sono svolte presso il Polo La Còcla a Forlì, con tema i grandi mammiferi selvatici.

Per ora ho preparato, visibile come video, solo la relazione sul lupo, le altre (tempo permettendo) le inserirò più avanti.

Il nostro punto di vista sul lupo

Lupi, ibridi, ……… o cani ferali? Caratteristiche discriminative … e non solo!

Materiale specifico in parte tratto da «Caratteristiche fenotipiche nel lupo in Italia (Canis lupus italicus Altobello, 1921), e Variabilità potenzialmente riconducibile all’ibridazione con il cane (Canis lupus familiaris).» Wolf Appennine Center – Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, di Molinari Luigi e Mario Andreani , Modificato.

Le immagini, ove non diversamente indicato, sono degli autori o tratte da internet.

Comparazione del ciclo biologico annuale dei cervidi valutato mensilmente

CaprioloCervoDaino
GennaioFase di raggruppamento. Gruppi misti, maschi con palchi in velluto mediamente a metà ricrescita, maschi vecchi solitari; mantello invernale.Gruppi invernali di solito unisessuali, qualche maschio giovane con le femmine; maschi con palchi in testa "puliti", manto invernale.Gruppi invernali di solito unisessuali, qualche maschio giovane con le femmine; maschi con palchi in testa "puliti", manto invernale.
FebbraioContinua la fase di raggruppamento. Maschi con palchi in velluto, ricrescita mediamente avanzata, palchi in velluto, ricrescita, martello invernale.Ancora raggruppamenti
invernali unisessuali, a
fine mese i maschi più
vecchi iniziano a gettare i palchi, mantello
invernale.
Ancora raggruppamenti invernali unisessuali,
maschi con palchi in
testa “puliti”, mantello
invernale.
MarzoFase di raggruppamento per le femmine, i maschi si aggregano fra loro e, a fine mese iniziano la fase gerarchica. Inizialmente palchi in velluto, poi inizia la pulitura, mantello invernale.Mese in cui praticamente tutti i maschi adulti gettano i palchi (restano solo i fusoni e molti giovani); ancora raggruppamenti anche numerosi; mantello invernale.Ancora raggruppamenti invernali unisessuali, maschi con palchi in testa “puliti”, mantello invernale.
AprileTermina la fase gerarchica dei maschi che iniziano a marcare il territorio. Le femmine cominciano ad isolarsi in vista dei parti; comincia la muta, ad inizio mese nelle zone più basse, alla fine in quelle più elevate.Si completa la caduta dei palchi dei maschi; iniziano a disgregarsi i grandi gruppi; a fine mese le femmine iniziano a isolarsi in vista dei parti, sempre a fine mese qualche raro inizio di muta.Dopo metà mese i maschi più vecchi iniziano a gettare i palchi; le femmine cominciano ad isolarsi in vista dei parti; mantello invernale con qualche inizio di muta.
MaggioPartoriscono gran parte delle femmine adulte; i maschi proseguono l’attività di marcamento; si formano piccoli gruppetti di animali giovani (2-3 individui); mantello estivo con possibili eccezioni in aree fredde (altitudine elevata).Iniziano i parti per le femmine adulte; maschi ancora in piccoli gruppi, trofei in velluto con ricrescite avanzate negli individui vecchi a fine mese (si inizia a formare la corona); mantello in muta.Iniziano i parti; si disgregano i grandi gruppi invernali; maschi in piccoli gruppi quasi coetanei, si completa la caduta dei palchi, negli individui più vecchi trofei in velluto con piccole ricrescite; mantello in muta o estivo.
GiugnoFemmine adulte impegnate nelle cure parentali (diffidenti e isolate); i maschi (adulti solitari) proseguono in modo molto più blando l’attività di marcamento di un territorio ormai ben definito; mantello estivo.Proseguono (sempre meno numerosi e fino a oltre metà mese) i parti; maschi in piccoli gruppi o solitari, trofei in velluto con ricrescite molto avanzate, negli individui vecchi, a fine mese, completate; mantello estivo.Proseguono (sempre più rari e fino a circa metà mese) i parti; maschi in piccolissimi gruppi (alcuni individui), trofei in velluto con ricrescite già avanzate negli individui vecchi (evidente la pala); martello estivo.
LuglioCure parentali per le femmine, maschi che proseguono l’attività di marcamento; da circa metà mese periodo degli amori con giostre di corteggiamento e formazione di coppie temporanee; mantello estivo.Femmine impegnate nelle cure parentali, maschi per lo più solitari, trofei in fase di pulitura (ad eccezione degli individui più giovani ancora in velluto); mantello estivo.Cure parentali per le femmine, maschi in piccolissimi gruppi (alcuni individui), trofei in velluto con ricrescite quasi completate negli individui più anziani.
AgostoContinua il periodo riproduttivo fino a oltre metà mese; verso la fine inizia per i maschi la fase indifferente; per le femmine ancora cure parentali; mantello estivo.Femmine ancora impegnate nelle cure parentali; maschi solitari, trofei in fase di pulitura e “affilatura”; mantello estivo.Femmine impegnate nelle cure parentali; maschi solitari, trofei in progressiva fase di pulitura (ad iniziare dai più anziani); mantello estivo.
SettembreRicomincia gradatamente la fase di raggruppamento per le femmine; i maschi proseguono la fase indifferente (forte attività di alimentazione); palchi puliti, mantello estivo.Aumenta progressivamente la produzione di testosterone e l’attività di bramito; dopo metà mese inizia l’effettivo periodo degli amori palchi puliti, mantello estivo.Aumenta progressivamente la produzione di testosterone, inizia da verso fine mese l’attività di bramito e il periodo riproduttivo; palchi puliti, mantello estivo.
OttobreFase di raggruppamento; a fine mese i maschi più vecchi iniziano a gettare i palchi; netta prevalenza di maschi con palchi in testa; mantello estivo all’inizio, poi muta.Prosegue il periodo degli amori per circa 10-15 giorni con attività sempre meno frenetiche, poi fase indifferente per i maschi, ancora cure parentali per le femmine. mantello estivo, poi inizio muta.Massima attività riproduttiva per 2/3 del mese, poi graduale diminuzione; femmine sempre in gruppo (non molto numeroso); mantello estivo.
NovembreRaggruppamenti invernali; i maschi continuano a gettare i palchi e diventano evidenti i primi “abbozzi” nei maschietti di 6-7 mesi; contemporanea presenza di maschi con palchi puliti, maschi “scornati” e maschi con palchi in iniziale ricrescita (velluto); mantello invernale.Fase indifferente inizialmente, poi inizio delle aggregazioni a formare i consistenti gruppi invernali, può verificarsi qualche strascico di bramito per femmine non ingravidate estro che ritorna a cicli quasi mensili; mantello in muta o invernale.Fase indifferente inizialmente, ... poi inizio delle riaggregazioni a formare i consistenti gruppi invernali generalmente unisessuali; anche per il daino qualche possibile accoppiamento “tardivo”; mantello in muta o invernale.
DicembreRaggruppamenti invernali; ci si avvicina alla fine del periodo di caduta palchi; sempre più evidenti i primi "abbozzi" nei maschietti di 7-8 mesi; contemporanea presenza di maschi "scornati" e maschi con palchi in ricrescita; mantello invernale.Raggruppamenti invernali generalmente unisessuali (qualche maschio giovane con le femmine); maschi con palchi in testa “puliti”, manto invernale.Raggruppamenti invernali generalmente unisessuali (qualche maschio giovane con le femmine); maschi con palchi in testa “puliti”, manto invernale.

Caratteristiche del manto che aiutano nella discriminazione delle specie di ungulati da cuccioli

Nel riconoscimento dei cuccioli di ungulati ci sono alcune caratteristiche discriminative anche piuttosto semplici: 
Innanzitutto quelle dello specchio anale e della coda, che sono già visibili anche da piccoli, coda lunga e bordata di nero su fondo bianco (o totalmente nera) nel daino; coda corta, di colore arancio su fondo arancio (quindi poco percettibile) nel cervo; coda praticamente assente nel capriolo, con specchio anale che da cucciolo è “bordato” arancio. 
Nel caso del capriolo il mantello presenta le macchie bianche (pomellatura) disposte su file longitudinali regolari, anche da cucciolo è già visibile l’anello peri-nasale nero (baffetti).

Immagine di cucciolo di capriolo che ho scattato diversi anni fa,  il piccolo era accucciato in una piccola radura ai bordi di un camminamento dentro una cerreta,  mi ha osservato tranquillo e fiducioso del suo mimetismo mentre passavo.

Concetti di base di biometria e statistica

Quello che mi piace studiare

La biometria (dalle parole greche bìos = “vita”  e metros = “misura”) è la scienza che ha come oggetto di studio la misurazione delle variabili morfologiche degli organismi di una popolazione, attraverso metodologie matematiche e statistiche. I dati biometrici di un essere vivente sono derivabili dalla misurazione di varie caratteristiche del corpo (ad esempio le dimensioni del cranio e dell’ apparato scheletrico) e dalle proporzioni fra le sue componenti. In pratica quindi la biometria è una scienza che studia le variazioni degli esseri viventi relativamente alle caratteristiche fisiche.

La popolazione

Comprende un gruppo di organismi o individui, appartenenti ad una determinata specie, che interagiscono gli uni con gli altri in un’area delimitata e fra cui esiste la possibilità di scambio genetico (inter-fecondi).

Le variabili

Sono tutte quelle caratteristiche che mostrano una variabilità a livello individuale (ad esempio le misurazioni biometriche come: peso, lunghezza testa-tronco,  altezza al garrese, ecc). La misurazione di una variabile è la determinazione di numeri e valori.

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